All’Aeroporto di Torino-Caselle, negli ultimi mesi, si è registrato un aumento degli avvistamenti di gatti randagi all’interno e nei pressi delle strutture aeroportuali. Un fenomeno che, sebbene possa suscitare simpatia nei passeggeri e nel personale, pone una serie di problematiche in termini di sicurezza, igiene e benessere animale. Le autorità aeroportuali, in collaborazione con le associazioni animaliste e i servizi veterinari dell’ASL, hanno avviato una serie di interventi per affrontare la situazione in modo efficace e rispettoso nei confronti degli animali.
I felini, spesso attratti dai rifiuti organici prodotti dalle attività commerciali e dalla presenza di aree verdi nelle vicinanze, tendono a rifugiarsi in hangar, parcheggi coperti e nelle aree cargo, dove trovano riparo e una relativa tranquillità. Alcuni esemplari, abituati alla presenza umana, non esitano ad avvicinarsi ai punti ristoro, aumentando il rischio di contatti indesiderati con viaggiatori e lavoratori.
Dal punto di vista della sicurezza operativa, la presenza di animali randagi in prossimità delle piste può rappresentare un pericolo, soprattutto per le fasi di rullaggio e decollo degli aeromobili. Seppur meno problematici rispetto agli uccelli in volo, anche i gatti possono provocare incidenti se si introducono in aree sensibili o tecnicamente protette.
Per questo motivo, SAGAT, la società che gestisce l’aeroporto di Torino, ha attivato un piano di monitoraggio e contenimento. Le telecamere di sorveglianza e il personale di sicurezza sono stati incaricati di segnalare ogni avvistamento. Parallelamente, sono stati coinvolti veterinari e volontari di associazioni locali, che si occupano della cattura e della sterilizzazione degli animali, prima di trasferirli in strutture adeguate o in colonie feline autorizzate, lontano dalle aree aeroportuali.
Un altro aspetto su cui si sta lavorando riguarda la sensibilizzazione degli operatori interni. Bar, ristoranti e negozi sono stati invitati a gestire i rifiuti organici con maggiore attenzione, utilizzando contenitori chiusi e rinforzando la pulizia degli spazi. Inoltre, è stato ribadito il divieto assoluto di fornire cibo agli animali randagi, per evitare che si stabilizzino in zona in cerca di nutrimento.
Le iniziative intraprese mirano non solo a risolvere una criticità operativa, ma anche a tutelare i diritti degli animali, evitando soluzioni drastiche e promuovendo un approccio etico. “La presenza dei gatti è un segnale che va letto con attenzione”, afferma Daniela Riva, veterinaria dell’ASL Torino 4. “Questi animali non sono aggressivi, ma vanno gestiti con equilibrio, evitando l’improvvisazione. Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza dei voli e il rispetto del benessere animale.”
Il caso torinese si inserisce in un fenomeno più ampio, già riscontrato in altri scali italiani, da Roma a Catania. Ogni aeroporto, per la propria conformazione e posizione, presenta sfide differenti, ma il modello adottato a Torino potrebbe diventare un esempio di buona pratica a livello nazionale. Monitoraggio, prevenzione e collaborazione tra enti pubblici e privati si confermano strumenti essenziali per una convivenza possibile, anche in contesti ad alta intensità come quello aeroportuale.
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