Idee per riqualificare l’isola pedonale di via Balbo

Sono 202 i torinesi che hanno firmato la petizione di iniziativa popolare al Consiglio comunale, presentata durante un Diritto di Tribuna presieduto dal vicepresidente vicario Domenico Garcea, per chiedere all’Amministrazione un intervento di riqualificazione dell’isola pedonale di via Balbo posta fra le vie Buniva e Guastalla (Quartiere Vanchiglia, Circoscrizione 7). La motivazione principale per cui è stata presentata la petizione, spiegano i firmatari, è lo stato di crescente degrado in cui si trova l’area, soprattutto a causa di fenomeni connessi alla malamovida notturna: schiamazzi fino all’alba, una quantità notevole di rifiuti anche pericolosi, la continua devastazione dell’arredo urbano, le risse frequenti.

Per questi motivi, i residenti chiedono, contestualmente alla riqualificazione, anche la chiusura al pubblico dell’area nelle ore notturne, da garantire con due cancellate da installare in corrispondenza dei rispettivi ingressi, anche in considerazione dell’inutilità di tutti gli interventi già attuati per moderare il disagio, compresi i numerosi interventi delle forze dell’ordine. L’obiettivo, oltre a garantire il riposo notturno, è quello di rendere l’area un luogo per le famiglie della zona, usufruibile da persone di tutte le età, che i firmatari immaginano attrezzata di strutture per il gioco, strutture per l’esercizio fisico (sul modello dell’area giochi nel Parco del Valentino), di uno spazio attrezzato per svolgere lezioni all’aperto con la costruzione di piccole gradinate, eventualmente coperte, su cui possano sedere i bambini e che possano essere usate anche come platea per svolgere attività culturali di vario genere, un orto didattico e una zona con tavoli e panchine. Un intervento contro il degrado e un esempio virtuoso ripetibile in altre zone della città che, per i proponenti, dovrebbe essere partecipato nella fase di progettazione dai residenti del quartiere e dagli alunni delle scuole della zona già protagonisti, nel 2019, di una proposta, elaborata con le maestre e due architetti, riguardante “la via Balbo che vorrei”.

Antonio Nesci

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