La Giunta ha deliberato un contributo all’Associazione dei Sardi in Torino “Antonio GRAMSCI” che, in collaborazione con Università di Torino, Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci e altre realtà del territorio ha dato vita nel 2021 al progetto “Per(Corsi) di Cultura Circolare: sostenibilità, competenze, solidarietà”. L’idea nasce dall’esperienza del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) 3 di via Poma 14, in cui è stato creato lo “Spazio non-solo mamme”, uno spazio di educazione ibrida che ha un duplice intento: favorire l’autodeterminazione e la promozione sociale di giovani donne e madri; garantire servizi educativi anche di media intensità a minori, figlie e figli delle donne che usufruiscono del servizio.
Questa attività educativa sinergica permette di rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne madri di accedere ai percorsi di educazione permanente, mettendo a disposizione dei minori anche educatrici ed educatori professionali, ricercatori, pedagogisti, mediatori. In questo modo si garantisce il diritto allo studio anche a quella parte di popolazione femminile inoccupata, disoccupata, che sceglie la cura dei loro figli al tempo pieno e che coincide, secondo gli studi effettuati dagli attori coinvolti, con una fascia ad alto rischio di marginalizzazione sociale. Nel concreto, in seno a questo progetto, l’associazione propone laboratori, corsi e seminari che mirano a migliorare le competenze di base e trasversali delle giovani mamme, coadiuvata da enti del Terzo settore e altre associazioni.
“Sono contenta di contribuire alla realizzazione di questo progetto, superando strutture di apprendimento statiche e poco flessibili” dichiara l’Assessora alle Politiche Educative Carlotta Salerno. “La proposta presentata dall’associazione è tanto ambiziosa quanto necessaria per favorire la coesione sociale e arginare il più possibile l’esclusione in società di donne la cui attività sono totalmente rivolte alla famiglia e ai figli. Allo stesso tempo, a bambine e bambini saranno offerti servizi educativi, con educatrici ed educatori che si occuperanno di loro, mentre le mamme esercitano il proprio inalienabile diritto ad istruirsi e formarsi. In questo modo, grazie alle associazioni e agli enti coinvolti nel progetto, compiamo un passo in avanti verso una realizzazione più sostanziale nella garanzia del diritto allo studio e verso un servizio educativo 0-6 capace di andare incontro ad esigenze nuove ed eterogenee.”
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