A Torino uscite serali sì, ma con senso di responsabilità

Si torna alle uscite serali a Torino ma con senso di responsabilità. Le istituzioni temono che i cittadini possano dimenticare la cautela dopo oltre due mesi di fine settimana chiusi in casa. Dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il Comune e la Regione hanno stabilito alcuni obblighi temporanei per proprietari e clienti. L’obiettivo è impedire la formazione di assembramenti negli spazi all’aperto, nelle piazze e nelle vie dove c’è una maggiore concentrazione di locali e ristoranti. Il prefetto Claudio Palomba lo ha definito “un processo di accompagnamento alla riapertura per scongiurare rischi per la collettività”. Ha garantito che saranno sanzionate solo le gravi violazioni e che con i rappresentanti dei titolari dei locali è stato aperto un tavolo di confronto in costante aggiornamento.

“Non possiamo ancora tornare al sabato sera di prima dell’emergenza”

Così il sindaco Chiara Appendino presentando le misure contenute nell’ordinanza del 22 maggio. I locali e i minimarket di piazza Vittorio Veneto, piazza Santa Giulia, corso Giulio Cesare, San Salvario e Quadrilatero Romano potranno vendere bevande alcoliche da asporto solo sino alle 19. Ristoranti e bar chiuderanno entro l’una di notte. Sarà così per tutto il fine settimana e anche per il prossimo a partire dalla serata di giovedì 28, a meno che non ci siano novità significative. Negli altri giorni tornerà il solito orario limite delle 21 per la tutela della quiete pubblica. “Possiamo riprenderci il piacere di cenare o bere in un locale ma non possiamo ancora tornare a vivere i nostri fine settimana come la scorsa estate” ha dichiarato il primo cittadino, con un ringraziamento ai giovani torinesi. “In molti hanno fatto attività di volontariato e avuto attenzione per la comunità in questi mesi difficili. Chiediamo loro di continuare a supportarci in questa nuova quotidianità”.

Agli uffici dell’assessorato al Commercio sono arrivate in questi giorni le prime richieste di occupazione straordinaria del suolo pubblico, disposta dalla Deliberazione del Consiglio Comunale del 18 maggio. Un centinaio riguardano la somministrazione di alimenti e bevande, circa cinquanta sono invece quelle di altre attività economiche. Il questore Giuseppe De Matteis ha garantito che i titolari degli esercizi non dovranno preoccuparsi della gestione delle presenze nelle vicinanze dei loro locali. “I nostri controlli verificheranno il rispetto delle distanze nelle piazze e nelle aree circostanti di bar e ristoranti. Procederemo con il massimo rigore, applicando le sanzioni previste dall’ultimo Decreto del presidente del Consiglio, ma metteremo in campo un numero di uomini contenuto. Non è nei nostri pensieri un assetto da guerriglia urbana”. “Lo scopo è la prevenzione del contagio: a prescindere dai grandi numeri, tre persone che non rispettano le precauzioni del distanziamento di un metro o dell’uso della mascherina sono già una situazione in cui intervenire”.

L’invito a prestare attenzione agli assembramenti sarà esteso dalla Regione a tutti i sindaci piemontesi. Il presidente Alberto Cirio si è detto convinto di avere fatto la scelta giusta a ritardare di cinque giorni la riapertura di bar e ristoranti rispetto a quanto fatto dagli altri governatori. La principale restrizione è quella di indossare la mascherina anche nelle aree di pertinenza dei centri commerciali, non solo negli spazi chiusi. “La raccomandazione è di vivere con grande senso di responsabilità questo primo fine settimana di riapertura. Tutti gli indicatori continuano a procedere nella direzione di un graduale, lento miglioramento, ma ci vuole cautela”.

Spostamenti verso la Liguria

Dalla prossima settimana è prevista una prima parziale ripresa degli spostamenti fuori regione, in virtù di un accordo con il presidente della Liguria Giovanni Toti. “Autorizzeremo a muoversi chi dovrà raggiungere i propri parenti, ma solo da Comuni limitrofi delle province di Cuneo verso Savona e Imperia e di Alessandria verso Genova. Con le altre Regioni confinanti non abbiamo ancora parlato”.

Antonio Nesci

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