Torino-Lione: da “Una rete per la Valle di Susa” 1000 posti di lavoro dal 2023 a fine cantieri

La Regione Piemonte ritiene che l’accompagnamento alla realizzazione della Torino-Lione debba essere partecipato ma anche determinato nelle decisioni e con l’attenzione puntata fermamente sulle opportunità lavorative per la Valsusa. Al secondo incontro dell’Osservatorio gli assessori regionali ai Trasporti e Infrastrutture Marco Gabusi e al Lavoro e Formazione professionale Elena Chiorino hanno riconosciuto che “siamo entrati in una fase, per nulla scontata, nella quale si vede finalmente avanzare anche la tratta nazionale italiana. È una fase cruciale, sia perché vediamo crescere un’infrastruttura strategica in grado di rendere il Piemonte il cuore pulsante della logistica europea, sia perché possiamo veramente accompagnare il territorio creando opportunità importanti di ricadute in Valle”.

Tra i benefici immediati al primo posto c’è senza dubbio la ricaduta occupazionale dei cantieri. È stato così definito tra Regione Piemonte, Agenzia Piemonte Lavoro e TELT l’accordo “Una rete per la Valle di Susa”, che intende incrociare le necessità di professionalità delle imprese, che vi operano oggi e che vi opereranno nei prossimi anni, e declinare tutte le tipologie di percorsi formativi: apprendistato duale, nuovo sistema della formazione professionale, Academy di filiera, percorsi di alta formazione specialistica degli istituti ITS. L’iniziativa è rivolta non solo ai giovani che si stanno formando, ma anche alle persone in cerca di lavoro perché disoccupate o da ricollocare. Agenzia Piemonte Lavoro, tramite i Centri per l’impiego di Susa, Rivoli e Chivasso, predisporrà degli sportelli dedicati alle persone interessate a ricoprire le mansioni offerte e alle imprese richiedenti personale.

Secondo le prime stime di TELT, dal 2023 alla fine dei lavori di scavo del tratto italiano del tunnel di base saranno impiegati circa mille lavoratori. Diverse le figure professionali che saranno interessate: per circa il 60% si tratta di manodopera impiegata nello scavo meccanizzato e nella logistica interna (minatori, addetti alla fresa, elettricisti, ecc.); un altro 20% riguarda figure della logistica esterna (autotrasportatori, escavatoristi, addetti agli approvvigionamenti, ecc.), mentre il restante 20% sono quadri, impiegati e personale tecnico. In una prospettiva di lungo periodo invece, i mestieri e le figure professionali da formare – e poi impiegare – evolveranno verso le professionalità dell’esercizio ferroviario (manutentori, manovratori, addetti alla sicurezza e alla circolazione ferroviaria, ecc.).

Antonio Nesci

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