A Stefano Lo Russo spetta un compito difficile
Un compito difficile per il nuovo Sindaco: rilanciare la Città dopo 5 anni di amministrazione grillina. Stefano Lo Russo, docente al Politecnico e già capogruppo del Partito Democratico in Sala Rossa nello scorso mandato amministrativo, è il nuovo sindaco di Torino. Sostenuto da una coalizione di centrosinistra, il primo cittadino ha ricevuto 168.997 voti, pari al 59.23% dei voti espressi, superando di varie lunghezze il suo contendente Paolo Damilano. La percentuale dei votanti a questo ballottaggio è stata pari al 42.14% (48.08% al primo turno).
Lo Russo ha rivendicato la sua rimonta rispetto ai pronostici iniziali come frutto di un grande sforzo collettivo nei quartieri della città, sottolineando come una nuova ripartenza di Torino e il contrasto alle diseguaglianze sociali saranno al centro della sua azione amministrativa. Il sindaco ha anche affermato che la nuova amministrazione si muoverà con spirito unitario, sforzandosi di rappresentare non solo i propri elettori ma tutti i torinesi e le torinesi, compresi i molti, più del 57%, che hanno scelto di non recarsi alle urne.
Le elezioni amministrative hanno segnato il livello più alto di astensionismo
Se la percentuale dei votanti era già piuttosto bassa al primo turno, ben al di sotto del 50%, nel turno di ballottaggio ha votato il 42,14% degli aventi diritto. Questo significa che quasi il 60% degli elettori torinesi non ha votato. In termini assoluti, hanno votato 290.632 elettori su 689.684.
Ma esiste un trend dell’astensionismo nel corso degli anni? Difficile stabilirlo, almeno per quanto riguarda le elezioni amministrative a Torino. Nel 1946, in occasione delle prime elezioni del dopoguerra, aveva votato il 67,79% degli elettori. Nel 1975, le elezioni che portarono all’elezione a sindaco di Diego Novelli, la percentuale raggiunse un clamoroso 92,43%, record raggiunto nel momento del massimo numero di elettori ed elettrici presenti in città.
Nel 1993, anno in cui per la prima volta il sindaco veniva eletto direttamente dai cittadini, al primo turno votò il 77,56% degli aventi diritto. Al ballottaggio, che decretò la vittoria del sindaco Valentino Castellani, votò invece il 62,44% dell’elettorato. Sempre in calo, ma in misura minore, il ballottaggio del 1997 rispetto al primo turno, che vide ancora vincente Castellani: al primo turno votò il 73,67% degli elettori torinesi, al ballottaggio il 69,62%.
Percentuali più alte, invece, nel 2001 quando al primo turno i votanti raggiunsero l’82,56% mentre nel ballottaggio che sancì l’elezione a sindaco di Sergio Chiamparino, la percentuale scese al 71,39%. Nel 2006 e nel 2011 non vi fu il turno di ballottaggio. Nell’anno olimpico, votò il 64% dei torinesi aventi diritto, cinque anni dopo il 66,53%. Nel 2016, infine, Chiara Appendino divenne sindaca al ballottaggio: in quell’occasione, votò il 54,41% degli elettori mentre, al primo turno, il 57,18.
Ecco il nuovo Consiglio comunale, tutti i nomi
La vittoria al ballottaggio di Stefano Lo Russo ha sciolto i dubbi su quale potesse essere la composizione del Consiglio comunale. Al netto del risultato delle singole liste, l’assetto della Sala Rossa è anche determinato dall’elezione del sindaco, poiché alla lista (o, come in questo caso, coalizione di liste) che esprime il vincitore, la legge elettorale assegna un premio di maggioranza, con il 60% dei seggi. Questo ovviamente modifica la rappresentanza che sarebbe dovuta ad ogni formazione politica in base ai voti ottenuti. Dopo il primo turno, cittAgorà aveva pubblicato le due ipotesi di composizione della Sala Rossa in base alla vittoria di Paolo Damilano o di Stefano Lo Russo. La vittoria di quest’ultimo fa sì che l’assemblea di Palazzo Civico, che si insedierà nei prossimi giorni, sia così composta:
MAGGIORANZA: Stefano Lo Russo (sindaco), Carlotta Salerno e Simone Fissolo (Moderati), Jacopo Rosatelli e Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), Chiara Foglietta, Gianna Pentenero, Ludovica Cioria, Nadia Conticelli, Vincenzo Camarda, Pietro Tuttolomondo, Claudio Cerrato, Maria Grazia Grippo, Lorenza Patriarca, Luca Pidello, Amalia Santiangeli, Abdullahi Ahmed, Antonio Ledda, Angelo Catanzaro, Simone Tosto, Caterina Greco e Pierino Crema (Partito Democratico), Paolo Chiavarino ed Elena Apollonio (Lista civica Lo Russo), Francesco Tresso (Torino Domani).
OPPOSIZIONE: Paolo Damilano (come candidato sindaco), Enzo Liardo, Paola Ambrogio e Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia), Silvia Damilano, Giuseppe Iannò, Pierlucio Firrao e Piero Abbruzzese (Torino Bellissima), Andrea Tronzano e Domenico Garcea (Forza Italia), Elena Maccanti, Fabrizio Ricca e Giuseppe Catizone (Lega), Valentina Sganga (come candidata sindaca), Andrea Russi e Tea Castiglione (Movimento Cinque Stelle).
Ad essere rieletti in Sala Rossa dopo il mandato appena concluso (2016-2021) sono stati quindi soltanto otto: Lo Russo, Foglietta, Grippo, Patriarca, Tresso, Ricca, Sganga e Russi. Va detto che molti consiglieri e consigliere uscenti non si erano ripresentati.