Da domani ritorno in classe nel Vercellese in via sperimentale

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Ci sarà il ritorno in classe per quanto riguarda la provincia di Vercelli. Infatti la giunta regionale del Piemonte ha dato il via libera al progetto pensato per aiutare i genitori che non sanno dove mettere i propri figli, una volta tornati al lavoro.

Lo riferisce Repubblica. Saranno 36 i bambini coinvolti che testeranno un modello di assistenza ai minori. Tutti residenti a Borgosesia, Varallo e Quarone, comuni in provincia di Vercelli. Le aule saranno frequentate da quattro, massimo cinque bimbi. Gli educatori indosseranno tutti la mascherina, verranno fatti test sierologici a genitori e assistenti, ci sarà l’obbligo di lavarsi le mani ogni ora e, sempre ogni ora verranno areati i locali per una decina di minuti. Il pranzo poi verrà consumato al proprio banco e non in mensa. I bambini rimarranno nella struttura scolastica dalle 8 del mattini alle 18, in modo da aiutare i genitori che, rientrati al lavoro, non sanno a chi affidare i propri figli durante il giorno.

Si inizia domani, martedì prossimo 12 maggio. La giunta regionale del Piemonte ha dato il via libera al progetto. Ad avere l’idea è stato Paolo Tiramani, sindaco di Borgosesia e deputato della Lega, subito piaciuta ad altri due primi cittadini, Francesco Pietrasanta di Quarona ed Eraldo Botta di Varallo Sesia. Tiramani ha spiegato che “le famiglie in questo periodo non sanno a chi affidare i figli, soprattutto adesso che sono riprese molte attività e molti genitori hanno ripreso entrambi a lavorare. Non tutti hanno i nonni che vengono in aiuto e in ogni caso coinvolgerli nell’assistenza dei nipoti pone anche grandi interrogativi per la sicurezza sanitaria. Le misure adottate dal governo sono assolutamente insufficienti perché offrono 15 giorni di congedo parentale a fronte a un’emergenza di 3-4 mesi”.

Per quanto riguarda Borgosesia verrà aperto solo un istituto su 5 presenti, con 25 aule disponibili. Al momento risultano iscritti 22 bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Nove a Quarona e cinque a Varallo Sesia. Non è detto che poi altri comuni non decidano di aderire al progetto. Le classi della scuola dell’infanzia saranno composte da 4 bambini, mentre quelle della scuola primaria da cinque. Tra un alunno e l’altro ci saranno 4-5 metri quadrati di distanza. La sanificazione sarà giornaliera, più volte durante la giornata sarà rilevata la temperatura corporea, i piccoli andranno in bagno uno alla volta, i pasti saranno monoporzioni sigillate, e ingressi e uscite saranno scaglionati.

Un aiuto per i genitori e, qualora andasse bene l’idea, anche un buon punto di partenza in vista della riapertura a livello nazionale di settembre. Elena Chiorino, assessora regionale all’istruzione e al lavoro ha detto chiaramente di non condividere le ipotesi avanzate dalla ministra Azzolina. Secondo la Chiorino, a settembre tutti dovranno rientrare a tempo pieno, in modo da evitare sia un maggiore divario sociale tra le famiglie, che una discriminazione delle mamme che lavorano. “Per questo abbiamo sostenuto l’iniziativa del sindaco Tiramani, che va a supporto delle famiglie e dei bambini: il bisogno di socialità non è un capriccio ma una necessità per crescere. Quindi questo deve essere un messaggio forte e chiaro al governo” ha sottolineato l’assessora.

Però non si tratta di una vera scuola quella che vedrà la luce martedì, ma un servizio che tecnicamente si definisce di “assistenza ai minori”. In classe non ci saranno gli insegnati ma gli educatori, coloro che prima si occupavano dei bimbi nei momenti pre e post scuola. Ogni bimbo avrà il suo computer portato da casa e si potrà collegare al wi-fi della scuola, così da poter seguire le lezioni online, seguito dall’educatore e non da nonni o genitori. La spesa sarà inferiore a quella per una baby sitter: 10 euro al giorno per dieci ore di assistenza e 5 euro a pasto. Il progetto dovrebbe concludersi il 12 giugno. A Quarone è stato aperto l’asilo nido per i due più piccoli che avranno un assistente ciascuno, mentre i 7 bimbi della scuola primaria saranno affiancati da tre educatori nell’oratorio della parrocchia. Il Comune ha fatto un accordo con la diocesi e una polizza assicurativa specifica per il coronavirus.