Il Collettivo Biloura vola in Corea: le artiste saranno ospiti fino a fine febbraio

Biloura

Il Collettivo “Biloura”, nato 8 anni fa in Valchiusella e pluripremiato in numerose rassegne internazionali, è stato selezionato, tra centinaia candidature provenienti da tutto il mondo, come uno dei cinque progetti artistici vincitori di un concorso che le porterà a presentare il loro progetto “Silent Voices” sul prestigioso palco dell’Asia Culture Center di Gwangju.

Attualmente le artiste sono in Corea, dove rimarranno per tre mesi, per condurre una ricerca che le porterà a dare vita, il 19 e 20 febbraio, ad uno spettacolo per dare voce alle donne le cui voci vengono silenziate da tabù culturali incrollabili: le donne incastrate nel mercato della prostituzione.

Silvia Ribero, coordinatrice del Collettivo Biloura ci racconta così la sua esperienza:

“Il progetto che stiamo sviluppando in Corea del Sud si chiama Silent Voices ed è la creazione collettiva di una performance che ha come tema le donne dentro la prostituzione, la loro marginalizzazione, il valore delle loro esperienze e storie. Il progetto artistico mira a portare all’attenzione del pubblico le voci di donne estremamente marginalizzate, un popolo numeroso che passa inosservato; oltretutto il dibattito pubblico sul tema della prostituzione è molto limitato, proprio a causa di quello stesso stigma che rende tabù sia parlare di prostituzione, sia avvicinarsi, ascoltare, riconoscere dignità, diritti e finanche esistenza e cittadinanza alle donne dentro la prostituzione.

Al momento ci occupiamo di andare a incontrare ong che si occupano di assistere e supportare donne che sono o che erano all’interno della prostituzione in Corea del Sud, incontriamo anche le donne stesse, conduciamo interviste, andiamo a visitare i luoghi della prostituzione qua nel Paese: insomma facciamo una ricerca sul campo relativa anche all’aspetto coreano del fenomeno. Ricordiamo che avevamo già fatto ricerca sul campo sia in Italia che in Austria, oltre aver fatto ricerca bibliografica e filmografica, dal 2017 in poi, sulla prostituzione in tutto il mondo, dal Messico all’India, dalla Nuova Zelanda alla Germania al Kenya, etc. La parte di ricerca è fondamentale per la creazione artistica, perché vogliamo lavorare su questo fenomeno a partire dai dati, dallo studio, dalle testimonianze dirette, dalle storie individuali e poi certamente dalla sensibilità personale di ogni artista e dal linguaggio poetico che ciascuna di noi offrirà a seconda della propria sensibilità personale e artistica.

La produzione dello spettacolo è sostenuta dall’Asia Culture Center di Gwangju, una grande istituzione culturale del Paese, collocata nella città che ne è la capitale culturale, mentre invece Seul è piuttosto la capitale economica. Il nostro progetto è stato selezionato attraverso una call internazionale “Biophilia, Peace and Human Rights” che ha portato a 5 progetti artistici vincitori tra centinaia dal mondo; BILOURA è l’unico gruppo italiano e uno dei soli 2 gruppi europei vincitori della call.

L’Asia Culture Center è un’istituzione che si dedica al sostegno delle produzioni culturali, anche attraverso residenze internazionali, come la nostra, che durerà 3 mesi; andremo infatti in scena con Silent Voices il 19 e 20 febbraio.

Silent Voices è lo step apicale di un progetto che BILOURA conduce dal 2017 che è intitolato 5 VOICES FOR 1. Un progetto transdisciplinare e internazionale di lunga durata che ha coinvolto diverse persone, tra prostitute, artiste, operatori socio assistenziali, ricercatori universitari, e altre figure di elevata competenza. Il cuore del progetto è quello di far conoscere e ascoltare le voci estremamente marginalizzate delle donne dentro la prostituzione e tentare attraverso gli strumenti poetici dell’arte di far loro eco seguendo un principio ideale, quasi utopico, secondo cui per ogni voce che viene silenziata e rimane inudita si possano radunare altre voci in sostegno, che le facciano eco e la aiutino a farsi ascoltare. Le storie che noi abbiamo raccolto sono di molti diversi tipi, non c’è una sola sfumatura, una sola visione o lettura possibile del fenomeno della prostituzione, pertanto troviamo che sia importante accendere l’interesse, la curiosità, l’approfondimento e il dibattito su questo tema, che – pur essendo un tema marginalizzato – costituisce il terzo business più grande al mondo dopo la droga e le armi, quindi non si può certo considerare irrilevante!

E non è da considerare irrilevante non solo poiché è un fenomeno economico di grossa portata, ma anche perché è un fenomeno quasi globale, cioè ritrovabile in moltissimi Paesi del mondo, e ci pone – in quanto umanità – di fronte a importantissime questioni etiche, a cui siamo chiamati a dare risposte consapevoli e informate. La creazione dello spettacolo che verrà, esattamente come la creazione delle performance che lo hanno preceduto all’interno del progetto, non vuole offrire al pubblico delle risposte, le nostre risposte riguardo cosa dovremmo pensare dire o fare della prostituzione: il nostro lavoro sarà di cercare di porre le domande più significative che abbiamo incontrato e porle in una forma poetica attraverso un lavoro creativo collettivo e interculturale. Per fare questo lavoriamo con artiste europee e coreane alla creazione di uno spettacolo che mescola il teatro-danza all’arte visuale e per il quale abbiamo ottenuto la preziosa collaborazione e supporto dell’Asia Culture Center”.

L’Asia Culture Center di Gwangju (Sud Corea), aperto nel novembre 2015, è un’istituzione affiliata al Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo creata per favorire il dialogo la cooperazione con diversi Paesi asiatici attraverso lo scambio, l’educazione, la ricerca e altri sforzi riguardo la cultura asiatica. L’ACC svolge il ruolo di una piattaforma integrata per i partecipanti dall’Asia e dal resto del mondo per incontrarsi e scambiare idee mentre trascendono i confini. All’ACC, programmi diversi e dinamici (mostre, spettacoli, educazione, festival, residenze e altri eventi) avvengono tutto l’anno, sostenendo la produzione creativa di esperti di vari campi artistici, che scambiano creatività e ingegno tra loro.

IL SEGMENTO DELL’ACC “INTERNATIONAL EXCHANGE” E’ QUELLO IN CUI RIENTRA IL COLLETTIVO BILOURA

Attraverso il programma di residenza ACC-R, l’ACC seleziona creatori e produttori culturali, ricercatori e artisti da tutto il mondo attraverso bandi internazionali aperti, e fornisce loro accesso a strutture, assistenza e programmi di networking, etc, in modo che possano realizzare i loro progetti e raggiungere nuovi risultati, espandendo i loro generi e aree.
Le opere d’arte create all’ACC sono presentate all’ACC tutto l’anno attraverso programmi, tra cui mostre, performance e istruzione, e alcune di queste vengono fatte circolare nel mercato globale con il marchio “Made by ACC”. Come risultato dell’anno inaugurale dell’ACC, circa 20 opere d’arte create all’ACC sono attualmente in tour in circa 150 luoghi nel mondo, tra cui il Volksbühne di Berlino, il Penghao Theatre di Pechino, la Tate Modern del Regno Unito, il Festival internazionale del teatro del Kerala, e così via. Inoltre, per contribuire alla prosperità culturale dell’Asia e della comunità internazionale, l’ACC cerca di svolgere il ruolo di perno della comunità artistica e culturale asiatica e di ponte che collega la comunità al mondo, firmando protocolli d’intesa con importanti istituzioni artistiche e culturali internazionali e realizzando progetti di collaborazione.

L’ACC è una piattaforma di ricerca, creazione e produzione che produce e condivide idee per espandere la diversità culturale e artistica in Asia. Per realizzare questa visione, l’ACC ha lanciato ACC_R come suo programma di residenza internazionale. Il programma aiuta i partecipanti di tutto il mondo ad allontanarsi dai format convenzionali e ad espandere i loro generi e campi per nuovi risultati, fornendo le strutture del centro, la forza lavoro e vari programmi di networking. ACC_R aiuta anche i creatori di diversi paesi a imparare e sperimentare la storia e la cultura coreana e a promuovere la solidarietà, gli scambi, la comunicazione e la cooperazione con altri paesi asiatici.