Mauro Glorioso colpito da una bici lanciata dalla balconata dei Murazzi: indagano i Carabinieri

carabinieri - Foto di djedj da Pixabay

Mauro Glorioso, 24 anni, si trova in prognosi riservata al Cto, ma non è in pericolo di vita. A lavoro i Carabinieri che stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza. All’una di notte, sul lungo fiume dei Murazzi, Mauro Glorioso, 24 anni è rimasto ferito da una bici lanciata dalla balconata dei Murazzi. Mauro e i suoi amici erano in coda all’ingresso del “The Beach”, sotto il tendone che la sera viene montato per proteggere i clienti da chi dalla balconata di lungo Po Cadorna lancia bottigliette, bicchieri di carta e mozziconi. Venerdì sera non è bastato a proteggere Glorioso. Qualcuno ha lanciato dall’affaccio sul Po una bicicletta elettrica. Mauro è stato colpito alla nuca e ora è ricoverato in prognosi riservata al Cto. Non è in pericolo di vita, ma i medici preferiscono non sbilanciarsi sulle conseguenze del trauma cranico. Ha una lussazione nella zona della cervicale. Il ragazzo è arrivato al pronto soccorso cosciente, ma ai medici ha spiegato che non riusciva a muovere le gambe. “Non abbiamo visto nulla” riferiscono i ragazzi che erano con lui. “Anch’io sono stato colpito alla spalla, ma non mi sono fatto male. Mauro, invece, è stato ferito alla nuca” spiega un altro amico.

Il giovane è uno studente fuori sede di Palermo, frequenta Medicina come i compagni. I Carabinieri sono a lavoro per dare un volto e un nome agli autori del pericoloso gesto. I militari hanno acquisito le telecamere della zona e ricostruito la dinamica attraverso alcune testimonianze. Al momento sembra escluso che gli autori volessero colpire Mauro o qualcuno dei suoi amici.

La bike elettrica è di quelle arancioni e grigie e non ancorate a uno stallo. Pesano tra i 20 e i 30 kg e per questo sembra improbabile che quella utilizzata ai Murazzi sia stata sollevata e gettata al di là della balconata da una sola persona. Il lancio è avvenuto a poche decine di metri dal luogo in cui nel febbraio del 2019 venne ucciso Stefano Leo. In quel punto la banchina che corre lungo la sponda del Po si allarga a formare una piccola piazzola e, vista la presenza dei locali, c’è sempre molto passaggio. In base ad una prima ricostruzione la bici potrebbe essere rimbalzata sul tendone e questo avrebbe lievemente attutito la forza con cui è stata scagliata sul gruppo di amici.