Risveglio medievale: nuovi progetti puntano sui borghi vicino a Torino per rilanciare il turismo sostenibile

piante ph Regione Piemonte

Un fermento culturale si sta diffondendo intorno a Torino, dove i borghi medievali dell’hinterland stanno emergendo come protagonisti di un progetto di valorizzazione turistico-sostenibile. Il 20 gennaio, nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte, è nata l’Associazione Borghi Più Belli d’Italia in Piemonte, con l’obiettivo di creare una rete solida fra realtà minori, per incanalare flussi turistici, risorse e strumenti di tutela del patrimonio.

Fra i 19 comuni piemontesi iscritti figura Usseaux, perfetto esempio di borgo dipinto con antichi murales, inserito nel circuito dei “borghi più belli” e insignito della Bandiera Arancione per l’ospitalità offerta oltre che per l’eccellenza turistica. Qui emergono i fasti dell’arte popolare in pietra, torrenti e ponticelli incorniciati dalle montagne. Oltre a promuovere percorsi escursionistici tirati a lucido in chiave ecologica, l’associazione sostiene anche eventi e residenze artistiche.

Allargando lo sguardo verso la Val Susa, il borgo monastico di Sant’Ambrogio di Torino, custode della maestosa Sacra di San Michele, continua a trarre interesse grazie al suo stile romanico-gotico, alle cripte, alla “Porta dello Zodiaco” e allo Scalone dei Morti, luoghi capaci di affascinare visitatori e scrittori. Nell’alta valle, Exilles mantiene intatto il suo carattere difensivo: borgo con fortezza del 1155 e tipica chiesa romanica del X secolo denunciano ancora oggi le alterne vicende tra Savoia e Francia.

Più in collina, verso il Monferrato, Tagliolo Monferrato rappresenta una delle chicche nascoste dell’area torinese: castello dei Pinelli Gentile (XIII secolo), mura, cantine storiche che ancora producono vino e strutture ricettive recuperate secondo criteri di tutela ambientale.

Un buon esempio di integrazione fra offerta artistica e turismo slow è rappresentato da Barolo e Neive, anch’essi parte dell’associazione, celebri per i vini pregiati e l’architettura medievale perfettamente conservata. Neive, in particolare, emerge come classica meta dell’estate torinese: con le sue torri, i portici settecenteschi e i vicoli acciottolati, offre una miscela tra etichetta medievale e sapori enologici.

Tutti i borghi coinvolti nel progetto sono impegnati in un piano di rigenerazione del territorio, che comprende il restauro di edifici storici, la rinascita di attività artigiane, la promozione di percorsi cicloturistici ed escursionistici, incentivi alle residenze artistiche, la valorizzazione di eventi culturali ed enogastronomici a km zero.

Approccio condiviso per piccoli centri che rischiano lo spopolamento: un’intesa fra pubblico e privato pensata per attrarre turismo responsabile, valorizzare il patrimonio immateriale (capolavori murali, feste popolari, cucina tradizionale) e generare economia locale. Sono previste sinergie con comuni limitrofi, come ciclopercorsi tra Barolo, Neive e Tagliolo, o cammini storico-religiosi tra Exilles, Sant’Ambrogio e Susa, e con le scuole locali per creare valore culturale duraturo.

La scelta del momento non è casuale: dopo la lunga stagione pandemica, il Piemonte vuole riaccendere con decisione un turismo di qualità, fuori dai circuiti di massa, incentrato sul recupero sostenibile e sulla partecipazione attiva delle comunità. Strategia che punta dritto al rilancio dell’hinterland torinese, per farne meta “slow” europea e modello di rigenerazione diffusa.

“Borghi” restituiti alla gente, spettatori e protagonisti, dove storia, natura e convivialità si incontrano: è questo il progetto di circuiti medievali che vogliono tornare a essere vissuti, non solo visitati.