Carcere come tortura? Il rischio di tradire i principi democratici
Nel 2025, parlare di carcere come luogo di tortura può sembrare un’esagerazione. Eppure, i rapporti delle associazioni per i diritti umani, le denunce dei garanti dei detenuti e le statistiche ufficiali ci raccontano un’altra verità: in troppi istituti penitenziari, le condizioni di vita sono così gravi da ledere i diritti fondamentali dell’individuo.
La detenzione, se vissuta senza strumenti di riscatto, è già una forma dura di punizione. Quando a questa si aggiungono il sovraffollamento, l’assenza di privacy, la mancanza di cure mediche e la negazione di relazioni affettive, si sfocia in una condizione che somiglia più alla tortura che alla giustizia.
Le immagini dei pestaggi di Santa Maria Capua Vetere, emerse nel 2021 e mai davvero dimenticate, restano scolpite nella memoria collettiva. Non si tratta di episodi isolati, ma della punta dell’iceberg di un sistema che in molte sue articolazioni ha smarrito il senso del limite. La violenza, fisica o istituzionale, non può mai diventare parte del sistema penitenziario. E chi difende questi abusi in nome del rigore sta di fatto minando la legalità stessa dello Stato.
Le carceri non sono zone franche. Non possono essere luoghi in cui i diritti si sospendono. Al contrario: sono proprio i contesti in cui la forza dello Stato deve mostrarsi più matura, più equa, più umana. E questo vale anche per chi vi lavora: agenti di polizia penitenziaria lasciati soli, malpagati, sottoposti a turni massacranti, inseriti in un sistema che non li tutela e che li espone a un logoramento continuo.
La tortura non è solo una questione di manganelli. È anche la detenzione in celle con 10 persone e 4 letti. È l’attesa di mesi per una visita medica. È il non sapere se si uscirà mai diversi da come si è entrati. È il silenzio istituzionale che circonda tutto questo.
La vera sfida è restituire senso alla detenzione. Garantire regole, tutele, formazione. Offrire una via per cambiare. Perché uno Stato che tollera la tortura, anche sotto forma di degrado, è uno Stato che ha smesso di essere giusto.
