Il 23 gennaio torna la Fiera dei Fondi: un’opportunità per le PMI torinesi di scoprire la finanza alternativa

autonomi e imprese in Piemonte

Il Centro Congressi dell’Unione Industriali di Torino ospiterà, il 23 gennaio dalle 14.30, la terza edizione della ‘Fiera dei Fondi’, evento dedicato alla finanza alternativa, che offre nuove opportunità di crescita per le imprese locali. La manifestazione, aperta al pubblico e alle aziende piemontesi, è promossa dall’Unione Industriali Torino in collaborazione con Aifi, Borsa Italiana e la Camera di Commercio di Torino.

L’incontro vedrà la partecipazione di oltre 200 iscritti tra imprenditori, esperti del settore fondi e, per la prima volta, rappresentanti delle divisioni corporate finance e M&A di alcune banche. Un evento particolarmente significativo in un periodo in cui, secondo Aifi, il mercato del private equity e del venture capital ha registrato un forte incremento, con un +40% di investimenti nel primo semestre 2024.

Filippo Sertorio, presidente della Piccola Industria dell’Unione Industriali di Torino, sottolinea l’importanza di preparare le PMI a questi strumenti finanziari, fondamentali per affrontare le sfide della crescita. Afferma anche Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, ricordando che solo l’1,5% delle PMI italiane è partecipato da private capital, ma eventi come la ‘Fiera dei Fondi’ sono cruciali per sensibilizzare le imprese sulla finanza d’impresa. Luca Tavano di Borsa Italiana evidenzia come la quotazione in Borsa possa supportare lo sviluppo delle aziende, in particolare grazie al mercato Euronext Growth Milan.

L’evento comprenderà interventi e case history di aziende locali che hanno intrapreso percorsi di crescita attraverso la finanza alternativa, tra cui Scotta Group, Quadrivio Group e Pattern, che racconteranno la loro esperienza di successo. Il programma prevede inoltre incontri individuali One to One per approfondire le opportunità di investimento e sviluppo.

Sertorio conclude: “La cultura della finanza alternativa è essenziale per stimolare la crescita delle imprese torinesi e superar i limiti del capitalismo familiare, spesso chiuso e tradizionalista”.