Le difficoltà del mercati coperti di Torino

Il mercato di Porta Palazzo immagine MuseoTorino

Abituati a immaginare la spesa al mercato gironzolando tra le bancarelle dei mercati rionali talvolta dimentichiamo i nostri mercati al coperto nati nel dopoguerra per garantire la qualità degli alimenti e calmierare i prezzi. Stamane l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino ha evidenziato ai consiglieri della Commissione Lavoro coordinata da Pierino Crema che a Torino ne funzionano ancora cinque in una situazione che si è fatta complessa con l’andare del tempo dati i cambiamenti delle abitudini indotti della grande distribuzione. Oggi a Torino si può fare compere nei tre mercati coperti di Piazza della Repubblica: per l’abbigliamento si trovano nove negozi al primo piano del Mercato centrale mentre l’antica tettoia dell’Orologio con centodieci attività aperte e l’esedra a sud-est del V° con i suoi quarantuno esercizi sono sedi di due mercati alimentari; il quarto è il Verbene alle Vallette con quindici attività aperte su trentuno concessioni disponibili; infine il mercato del pesce all’ingrosso di corso Ferrara con dodici attività aperte e diciotto concessioni non assegnate. Interesse ha destato nei consiglieri intervenuti – Russi – Ciampolini – Tosto – l’ipotesi di costituire nella zona di Porta Palazzo delle Comunità energetiche rinnovabili (CER) per produrre energia da cedere agli operatori commerciali e contenere i costi di gestione. Siamo ai primi passi hanno spiegato i tecnici del settore Commercio in dialogo con la sovrintendenza. Ci auguriamo – hanno commentato – si possa sviluppare un progetto che diventerebbe un fiore all’occhiello di Torino.

Fonte: comune.torino.it – autore Roberto Tartara