Prodotti per il benessere: quali sono le nuove priorità

il benessere dei dipendenti

Secondo il Rapporto sull’Economia del Benessere 2020, l’emergenza creata dalla diffusione del Covid-19 ha modificato le scelte dei consumatori italiani in merito ai prodotti per il benessere. La spesa complessiva scende a 37 miliardi contro i 43 miliardi rilevati nella precedente rilevazione di fine 2018, ma tengono gli acquisti per la gestione dello stress (4,8 miliardi), mentre addirittura crescono quelli per la gestione del sonno (2,1 miliardi, con un incremento nell’ordine di 300 milioni). Trend sui quali sembrano incidere da una parte le tasche vuote di molti consumatori alle prese con la recessione, dall’altra i nuovi bisogni emersi con l’emergenza sanitaria.

Secondo un recente studio del San Raffaele di Milano i soggetti con difficoltà di addormentamento nel periodo pre-Coronavirus erano il 39%, mentre nel corso del lockdown sono saliti al 55%. Nei lavoratori si è osservato anche un incremento dell’insonnia di mantenimento cioè i ripetuti risvegli notturni, che è passata dal 24% nel periodo al 40%. Le quote più consistenti della spesa restano dedicate alla sana alimentazione (14,9 miliardi di euro, in calo di oltre il 15% rispetto alla precedente indagine), alla cura del corpo (8,6 miliardi) e all’attività fisica (7,1 miliardi).

L’indagine di Philips ed è stata realizzata da Dova ed è stata condotta nel mese di giugno. “La crisi indotta dal Covid-19 ha impattato anche sulla spesa che gli italiani dedicano a prodotti e servizi per il benessere, che hanno registrano una contrazione di oltre 6 miliardi rispetto al dato 2018”, commenta Simona Comandè, general manager di Philips per Italia, Israele e Grecia. “A questo periodo di sfide senza precedenti abbiamo risposto mettendo al centro tre elementi chiave della nostra strategia: innovazione, digitalizzazione e sostenibilità”. “Abbiamo lavorato per trasformare un problema in un’opportunità e proprio la crescente attenzione dei consumatori italiani verso la sostenibilità e l’ambiente, emersa da questa seconda edizione del nostro Rapporto, ci stimola a rinnovare il nostro impegno quotidiano a migliorare la vita delle persone”.

Anche se la quota di italiani che valutano positivamente il proprio stato di salute resta invariata all’81%, dall’indagine emerge un differente orientamento verso la prevenzione. Infatti, nel corso di quest’anno sta calando la frequenza con cui ci si è rivolti di persona al medico di famiglia e si sono eseguiti esami e accertamenti. Si è parzialmente supplito con consulti a distanza e online, al quale ha fatto ricorso il 56% degli italiani per quanto riguarda i medici di famiglia e il 35% per gli specialisti.