Il Piemonte punta ad essere punto di riferimento italiano ed europeo sull’idrogeno

Il presidente Alberto Cirio positivo al coronavirus

Ricerca, produzione, consumo, trasporti e approvvigionamento sono le parole chiave, i cinque colori della strategia con cui la Regione intende trasformare il Piemonte nel punto di riferimento italiano ed europeo sull’idrogeno, con particolare riguardo all’idrogeno verde. Una sfida ambiziosa che rappresenta uno dei “progetti bandiera”, insieme a quelli sulla Montagna e sulla Città dell’Aerospazio, su cui il Piemonte punta per attrarre i fondi europei del Pnrr e in particolare 70 milioni di euro attraverso le diverse linee di finanziamento che guardano all’idrogeno e alle fonti rinnovabili.

Il primo passo è stato l’avvio della consultazione pubblica per costruire insieme a enti locali, Università, centri di ricerca e oltre 100 aziende la strategia regionale sull’idrogeno che in autunno verrà presentata a Bruxelles. Come ha sostenuto il presidente della Regione, il Piemonte ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo da protagonista e diventare concretamente la “hydrogen valley” italiana ed europea grazie ad una posizione geografica strategica a livello internazionale per il traffico merci su gomma, che la rende luogo ideale per il Nord-Ovest in cui installare i punti di ricarica e approvvigionamento di idrogeno per i tir in arrivo dal Nord Europa, aree idonee in cui produrlo e competenze di innovazione per la ricerca, perché l’obiettivo non è soltanto produrre idrogeno, ma farlo ad un costo contenuto rispetto a quello attuale per renderlo alla portata di tutti. Altra grande potenzialità l’ecosistema industriale di imprese interessate a riconvertire il proprio consumo energetico in chiave ibrida e maggiormente sostenibile, abbinando alle fonti tradizionali l’uso dell’idrogeno. C’è poi il fronte dei trasporti, con la possibilità di sperimentare l’idrogeno sul trasporto locale stradale e ferroviario rinnovando il parco flotte con bus e treni verdi. Insomma, un ecosistema completo, tra i pochi con queste caratteristiche in Europa, che può contare anche sull’eccellenza della ricerca attraverso le Università di Torino e del Piemonte Orientale e il Politecnico.

L’Europa, ha quindi dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente e all’Innovazione, crede nell’idrogeno e il Piemonte, anticipando un po’ i tempi, è all’avanguardia. L’idea dell’idrogeno era nell’aria dal 2006, ma non si è mai concretizzata. Questa amministrazione ha creduto fin da subito creduto in quello che era un sogno e che oggi diventa realtà e porterà effetti non solo sull’ambiente, ma anche sull’economia. Su questo tema c’è molta attenzione e molta “vivacità”, con una moltitudine di imprese interessate. Iniziamo un percorso che avrà importanti ripercussioni sull’ambiente, aspetto particolarmente importante a Torino, soggetta a grandi restrizioni per la qualità dell’aria. Sono 28 i siti industriali dismessi che in Piemonte si sono candidati a diventare centri di produzione di idrogeno nell’ambito del censimento avviato nei mesi scorsi dalla Regione: 12 a Torino, 8 a Novara, 4 a Cuneo, 3 nel VCO e 1 a Vercelli.