Il Biellese si candida per ospitare un centro di riciclaggio dei rifiuti tessili

Il presidente Alberto Cirio positivo al coronavirus

Il Biellese si candida ad ospitare il primo centro italiano di riciclaggio dedicato al tessile, così da sopperire alla mancanza di materie prime e allo stesso tempo puntare su un’economia circolare. L’accordo tra le parti coinvolte – Regione Piemonte, Provincia di Biella, Uib, Confindustria Piemonte e Camera di Commercio Monte Rosa Laghi e Alto Piemonte, Ires Piemonte, Its Tam, Po.in.tex, Stiima Cnr, Associazione Tessile Salute – è stato siglato nel Lanificio Sella.

Il progetto, promosso dall’Assessorato regionale al Lavoro e per la cui realizzazione si parla di 22 milioni di euro (15 milioni per il centro e 7 per avviare l’attività), si colloca nell’alveo dell’iniziativa varata da Euratex, l’associazione che riunisce le confederazioni rappresentative degli interessi delle imprese operanti a livello europeo nel settore del tessile, abbigliamento e moda, e mira a offrire una soluzione innovativa e sostenibile al problema dei rifiuti tessili prodotti dalle industrie di settore.

Attualmente, il modello seguito nel comparto comporta un elevato consumo di materie prime e la conseguente produzione di rifiuti, con significative ricadute in termini di impatto ambientale. Pur investendo nell’introduzione di modelli circolari nelle proprie produzioni, le aziende incontrano barriere tecnologiche e finanziarie che non possono affrontare e superare da sole. E proprio per convertire la gestione dei rifiuti tessili da problema in opportunità, la confederazione europea di rappresentanza ha deciso di varare l’iniziativa di cinque centri nei cinque Paesi individuati idonei a ospitarli (Belgio, Finlandia, Germania, Spagna e Italia), che consentiranno la creazione di un nuovo mercato europeo delle materie prime seconde, con un risparmio dei costi aggiuntivi correlati alla gestione dei rifiuti. Si stima che ogni 1000 tonnellate di rifiuti tessili raccolti, separati e trattati verranno create almeno 20 nuove posizioni lavorative, fino a raggiungere un picco di 120.000 nuove assunzioni in tutta Europa.

Per il presidente della Regione Piemonte, intervenuto in videocollegamento, il futuro si gioca proprio sulla capacità di ottimizzare i processi produttivi e di farlo in modo non solitario, ma appunto circolare, riducendo al minimo gli sprechi e dando una seconda vita a elementi che contribuiscono a fare il bene della nostra economia e dell’ambiente che ci circonda. Per questo la candidatura di Biella è strategica. Il Piemonte può e vuole essere un punto di riferimento nazionale e internazionale nel sistema della transizione ecologica in tutti i suoi ambiti d’eccellenza, dal tessile all’automotive, alla produzione di energia.

Secondo l’assessore regionale al Lavoro, il territorio biellese, con le sue peculiarità, è perfetto per ospitare uno di questi nuovi centri, una grande opportunità da non lasciarsi scappare nell’ottica di una economia circolare e senza sprechi. Il primo obiettivo è l’attenzione all’ambiente, creando un ciclo produttivo a 360 gradi (filato-maglia-filato) in grado di sfruttare al meglio le capacità e le professionalità che sono già presenti nel territorio biellese. Compito della politica è supportare una transizione “verde” che passi anche da capacità tecnologiche e di innovazione, progettualità che si lega fortemente con quella, già ben avviata e finanziata dalla Regione, dell’Academy su tessile e green jobs pronta a partire a Biella e che servirà anche per formare tutte le professionalità aggiuntive che serviranno all’hub del riciclo. L’assessore regionale allo Sviluppo economico ha precisato che il tessile fa parte di quella manifattura d’eccellenza che come Regione, attraverso i fondi europei, si cercherà di aiutare e progetti consapevoli che questo vanno nella giusta direzione di ottimizzarne le risorse.