Le suore di Porta Palazzo, per una comunità nuova nella “terra di confluenza”

Suor Julieta e suor Paola ph Comune Torino

Lanciano un grido di allarme suor Paola e suor Julieta, conosciute come le suore di Porta Palazzo. Lo hanno fatto nel corso di una riunione della commissione Contrasto ai fenomeni di intolleranza e di razzismo, presieduta da Abdullahi Amhmed, durante la quale hanno espresso grande preoccupazione per il rischio di crescente di abbandono scolastico, tra i ragazzi delle scuole medie, un momento cruciale che rappresenta un bivio “per diventare cittadini o potenziali criminali”. Un fenomeno che hanno quotidianamente davanti agli occhi, riscontrato durante le molteplici attività che svolgono a favore delle famiglie del territorio, in gran parte immigrati. In particolare segnalano difficoltà nel dialogo tra scuola e famiglia e la necessità di ripensare gli stessi programmi scolastici.

Le due suore salesiane davanti ai consiglieri comunali e ad Agnese e Nora, rispettivamente sindaca del Consiglio comunale dei Ragazzi e consigliera, hanno ripercorso diciotto anni di attività la storia e l’attività dell’associazione 2PR – Prevenzione e promozione che loro stesse hanno fondato, guidate dall’idea di creare nuovi modelli di convivenza, in una terra “di confluenza” con sede in via La Salle, a due passi da Porta Palazzo. Un contesto nel quale convivono cattolici, musulmani, o appartenenti ad altre religioni, un totale di 64 presenze di 14 nazionalità diverse.

Suor Paola e suor Julieta (“La nostra efficacia nasce dall’essere una bianca e una nera” dicono) lavorano in rete con le scuole dei quartieri Aurora e Barriera di Milano, con alcuni licei, con la Circoscrizione 7, con il Sermig, con il Misa con il Cisv, con il Centro per l’impiego Servizi sociali e altre associazioni del territorio.

Coadiuvate da volontari, che vengono formati, per le donne propongono corsi di lingua italiana, di percorsi educativi e sanitari e di orientamento ai servizi oltre a corsi di sarta e uncinetto finalizzati maggiormente a creare occasioni di dialogo. Per ragazzi e giovani offrono sostegno scolastico ed esperienze di educazione interculturale, per gli adulti anche percorsi di dialogo interfedi.

A questo, si aggiunge la fitta di attività di incontri su temi della salute, sulla conoscenza del territorio con visite guidate alla scoperta di Torino, perché questa possa essere vissuta come la “propria città”, partecipazione a momenti pubblici come la fiaccolata per la pace.