L’Unione Europea promuove la transizione delle cucine a gas verso l’utilizzo dei piani cottura a induzione

Cucina casa giglio

A Torino la diffusione dell’utilizzo del gas in cucina è ampiamente diffusa nella maggior parte delle abitazioni. Al contrario, l’uso del fornello a induzione è molto meno diffuso. Ma la situazione potrebbe presto cambiare a causa delle pressioni dell’Unione Europea. L’obiettivo è incentivare il piano per il risparmio energetico, oltre a quello di avere un ambiente più pulito, in linea con i nuovi standard mondiali. Tale proposta si integra con l’obbligo di ristrutturare gli edifici residenziali per raggiungere una classe energetica superiore, abitazioni che permettano un risparmio energetico maggiore. In passato, questa trasformazione è stata realizzata gradualmente, e tale approccio potrebbe essere adottato anche per le cucine. Ma al momento non esistono indicazioni ufficiali in merito, e gli esperti stanno cercando di anticipare le intenzioni dell’Unione Europea analizzando alcuni indizi.

La differenza tra cucine a gas e fornelli a induzione sta nel fatto che, nel secondo, viene impiegata l’elettricità. Al di là dei dibattiti sulla spesa, sugli aumenti e su tutti i vantaggi o le comodità implicate, l’Europa ha deciso di imporre un cambiamento importante. Per quanto riguarda i costi, anche laddove siano uguali in termini di consumo, sarebbe in ogni caso implicata una spesa aggiuntiva. Un fornello a induzione di media qualità si aggira almeno sui 300 euro, senza contare l’installazione.

Molti fornelli a induzione non permettono di cucinare con le pentole classiche. Ci sarebbe quindi bisogno di quelle apposite o di un riduttore, con una conseguente spesa ulteriore. Ma l’UE sembra convinta di volersi dirigere verso lo stop alle cucine a gas, obbligando così tutti a dover effettuare il cambio. Si tratta di una decisione che punta a ridurre gli sprechi e che rientra in un pacchetto molto ampio di misure per combattere proprio i consumi.

Le nuove regole si inseriscono nell’ambizioso piano dell’Unione Europea di portare tutti gli edifici residenziali alla classe energetica E entro il 2030 e poi raggiungere le emissioni zero nel 2050. Ristrutturazione degli edifici, cappotto termico, installazione di nuove caldaie e di impianti fotovoltaici sono alcuni degli interventi previsti. La direttiva che contiene le nuove norme ha appena iniziato il suo iter al Parlamento europeo. Poi sarà oggetto di un negoziato tra Parlamento, Commissione europea e Consiglio.

L’Unione Europea ha annunciato nuovi bandi che rendono obbligatori i pannelli solari per tutti gli edifici pubblici e commerciali di una determinata dimensione a partire dal 2026. L’obiettivo dell’UE è raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 nuovi gigawatt entro il 2030. L’iniziativa si svilupperà in diverse fasi:

Entro il 2026, tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con superficie utile superiore a 250 mq dovranno essere dotati di pannelli solari. Entro il 2027, l’obbligo si estenderà anche agli edifici esistenti della stessa tipologia. Dal 2029, l’installazione dei pannelli solari sarà obbligatoria per tutti i nuovi edifici residenziali. L’iniziativa dovrebbe generare circa 19 terawattora di energia solare in un anno, salendo a 58 terawattora entro il 2025.

Inoltre, l’UE intende mettere uno stop all’installazione di caldaie a gas per risparmiare energia e migliorare l’ambiente. In base alla bozza del regolamento 813/2013/Ue (il cosiddetto Ecodesign), a partire dal 1° gennaio 2029 sarà necessario rimuovere dal mercato europeo le attuali caldaie a gas, così come quelle tradizionali che utilizzano anche altre fonti di energia, come l’idrogeno. Sarà quindi fondamentale accelerare il processo di sostituzione di tali caldaie. Le principali soluzioni rimarranno le pompe di calore elettriche e gli apparecchi ibridi, che combinano una pompa di calore con una caldaia a gas.